venerdì 5 aprile 2019

Lorda e mediatica

Benvenuti nell'era dell'odio generalista, là dove, se non sei omologato al nuovo pensiero unico, meriti la gogna mediatica, tu e possibilmente tutta la categoria a cui appartieni, o alla quale pensano che tu appartenga. Non c'è bisogno di scomodare lo pseudo Brecht per rafforzare il discorso con la famosa sequenza discriminatoria attuata dai nazisti ma si è davanti ad una campagna denigratoria che a pensarla come spontanea fa forse più paura che considerarla premeditata e organizzata. Al principio fu la scienza, quella che si basa su fatti incontrovertibili e condivisi con tutto il mondo scientifico, e non sul senso comune rafforzato dal complottismo e da qualche stregone di turno; ed iniziò così la guerra contro le vaccinazioni, camuffata, solo in dirittura d'arrivo, come campagna libertaria, ma col risultato concreto che ormai nulla fosse più certo e che tutto, compreso il metodo galileiano, potesse essere contraddetto, anche dal più imbecille degli uomini, purché appoggiato da orde di internauti invasati e, ça va sans dire, molto, molto indignati. Ma si era ovviamente già partiti prima nella delegittimazione totale dell’opposto, si era partiti dalla naturale avversione politica verso il governo di turno per andare poi a finire, chissà perché, ai migranti portatori di ogni male; per poi passare, alle ONG, prima con le insinuazioni, poi con le accuse dirette di assecondare gli sbarchi dei migranti ma senza un briciolo di prova ma tutti col brevetto di capitano di lungo corso; poi ancora è stato il turno dei cosiddetti radical chic e a tutti coloro che avevano deciso di indossare le magliette rosse, perché se si è ricchi non si può avere opinione e questo ammesso che l’avessero fatto solo loro e che i leader di questi nuovi lapidatori non fossero straricchi anche loro e forieri di verbo e pensiero. Ed ora tocca ai preti che da persone di strada e che stanno tra la gente, prima diventano dei fuori di testa, poi avidi e secolari e, alla fine della parabola, di colpo, sono tutti pedofili perché anche loro hanno osato dubitare sulla questione migranti. Infine ci sono coloro che, come i giornalisti, cercano di dare una luce diversa a questo mondo di fuffa e di pietre da scagliare, che cercano di sfatare le bufale ma sono essi stessi tacciati come accaniti bufalari. In maniera parallela queste schiere mediatiche si esaltano con Putin e difendono a spada tratta il governo di Assad, odiano la Francia ma amano oltre modo la Croazia, tutto pur di buttarla sul politico, o meglio, sul fantapolitico e diffondono in maniera acritica post che, nel migliore dei casi, risultano essere solo mezze verità, dove quella che prevale è ovviamente quella che più gli conviene. Post che diventano tanto virali da essere inarrestabili come un'immane onda di menzogne che rade tutto e tutti al suolo e porta via con sé tutto il buon senso e il dialogo democratico. C'è sempre un nemico subdolo alla porta, catalizzatore di tutti i nostri mali, anche quelli che produciamo noi stessi ma a questa logica fascistoide subentra una logica mafiosa, quella dell’insinuazione strisciante, quella che ti uccide poco a poco senza spararti, una damnatio memoriae fatta di attici a New York o di sorelle morte assunte a stipendi stratosferici. Attendo ancora che tutto questo odio e questo impegno mal speso venga rivolto non nei confronti di chi la pensa diversamente da te ma nei confronti, ad esempio, della mafia.

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