venerdì 5 aprile 2019
Lavoro nero
«Scusate, ma, possibile che a Napoli solo lavoro nun se ne trova? Sempe cu n'ata parola vicino, adda sta?»[1]
Questo paese ha bisogno di una rivoluzione culturale che affronti una volta per sempre la questione del “lavoro nero”. Fin quando non si ammetterà che il lavoro sommerso esiste ovunque ed è di comune accordo accettato dalle parti in causa della contrattazione, non si riusciranno a creare le condizioni di normalità per il paese e di dignità per i lavoratori. Il lavoro nero è diffuso a tutti i livelli e non ha solo come conseguenza la cattiva remunerazione dei dipendenti e la loro precarietà continua, senza alcuna sicurezza contrattuale e previdenziale ma ha come logica conseguenza anche la degenerazione di due fattori fondamentali per la salute del personale e di quella pubblica in generale, il lavoro nero infatti pregiudica la sicurezza sul lavoro ed è una delle maggiori cause dell’inquinamento del territorio. Da questa zona grigia della penisola escono fuori, col computo per difetto, cifre che portano il nostro paese ai vertici per la mortalità sul luogo di lavoro; [2] ma fondamentalmente il lavoro sommerso comporta anche la creazione e l’incentivazione della cosiddetta Terra dei fuochi, là dove chiunque non voglia o non possa smaltire legalmente i suoi scarti industriali lo fa liberamente nelle campagne abbandonate e nelle dimenticate vie che salgono a monte lungo lo stivale e, con notevole incidenza, ciò accade proprio nello scarno e rassegnato Sud.
Siamo ancora in attesa di qualcuno che abbia il coraggio di affrontare realmente questa piaga da tutti sottaciuta e, tutto sommato in maniera complice, accettata poiché là dove non ci sono le regole tutti possono tutto ma il cane continua a mordersi la coda.
[1] https://www.youtube.com/watch?v=Q18zHE0vI-4
[2] https://www.truenumbers.it/morti-lavoro/ http://cadutisullavoro.blogspot.com/
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento