“L’unica guerra che esiste in questo mondo, è quella che ognuno di noi combatte contro il proprio ego. Le altre guerre, sono solo effetti secondari.” Abdal-lah Abulaban Shalabi
Chi mi conosce, e quei pochi che mi leggono, sanno bene qual
è la mia posizione in merito alla questione palestinese così come per quella Ucraina.
Sanno che, più che condividere post non miei, più che aizzare l’indignazione
altrui con immagini forti, cerco di portare avanti un confronto costruttivo con
chi ha talvolta la bontà, altre volte solo il puntiglio, nel rispondermi.
È mia opinione che, a Gaza,
sia in atto un genocidio in piena regola
e che, quella dell’Ucraina, benché in molti si ostinino ancora a fare
distinzioni stereotipate sia, senza se e senza ma, una guerra di conquista da
parte della Russia, che stato democratico non è, mai lo è stato e forse mai lo
sarà. Scrivo questo perché non ritengo opportuno che si facciano distinzioni
tra le due tragedie, senza per altro scadere nella più becera faziosità
politica e ideologica.
Il mio scrivere non vorrebbe essere quello di chi spara
sentenze ad ogni costo o di uno che vuol cercare una comoda mediazione in stile
democristiano/governativo, del resto a che pro dovrei farlo, viste le mie umili
velleità comunicative? Il mio messaggio a tal riguardo è semplicemente quello
di chi vuol interagire con gli altri, per capire e dare il mio minimo apporto
alla causa della pace. Infatti, mentre per la questione palestinese, per la sua
estrema tragicità, quasi nessuno mostra obiezioni (e vorrei ben vedere!), fatta
esclusione per l’opportunismo politico del nostro governo e dei suoi partigiani
che giocano ancora con le parole, per quella ucraina abbondano i distinguo
nell’opposizione e negli ambienti di sinistra.
Per il discorso palestinese, in virtù di una sterile e ormai anacronistica geopolitica atlantica, c’è ancora chi si ostina, nella compagine governativa, a negare la “sistematica distruzione di una popolazione” inerme, giustificata dall’azione, spesso complementare con Israele, da parte di Hamas. Questo di certo non può rappresentare l’intero popolo palestinese, benché sia l’unico esercito che ormai lo protegga. È comunque un dato incontrovertibile che Tel Aviv abbia di fatto, dal 48 ad oggi, fagocitato tutti i territori popolati dai palestinesi e che, dal 7 ottobre 2023 in poi, abbia iniziato la conquista definitiva di ciò che rimaneva ancora a quel popolo.
Negare tutto ciò è
criminale, e chi lo sta facendo dovrà assumersene prima o poi la responsabilità.
Per quel che concerne l’Ucraina, mentre il nostro governo
sembra, e sempre per ragioni atlantiste, quasi del tutto schierato in favore di
questa, la Lega, il M5S e la sinistra
radicale (quando gli opposti si attraggono e convergono) invece giustificano,
in diversa misura, l’azione russa che, contrariamente al loro punto di vista,
anch’essa sta attuando una sanguinosa guerra di conquista al pari di Israele.
Questo conflitto, quando non avallato da una vicinanza ideologica, come lo si è
fatto ad esempio per la Siria Asad, non
può essere senz’altro giustificato dal presunto accerchiamento della NATO di quelle zone di influenza russa
(che pure meriterebbero rispetto in quanto entità nazionali e non semplici
espressioni geografiche) perché, a questo punto, si giustificherebbe il
terrorismo di Hamas per ciò che sta accadendo a Gaza, visti i 77 anni di
invasione di quei territori e poi, permettetemelo, entrare nella NATO, è cosa
ben diversa dal dichiarare guerra a un paese, invadendolo con forze soverchianti,
proprio come sta accadendo anche in Palestina.
Un’altra obiezione delle sinistre (ma anche del populismo in
generale) è quella che il cosiddetto occidente stia fornendo aiuti sostanziali all’Ucraina
mentre, verso il popolo palestinese non ci si è mossi se non attraverso i
pronunciamenti, pressoché platonici, delle Nazioni
Unite. Se questo è vero, ciò non vuol dire che nessuno armi Hamas, il
gruppo jihadista è evidentemente armato e finanziato da altri paesi che pure ne
condividono intenti e sorti, vedi tra gli altri l’Iran. Quest’atteggiamento dell’Occidente però, spesso vincolato
da un non riconoscimento effettivo dello stato palestinese da parte di molti
paesi, non è che annulli o diminuisca l’azione che la Russia sta invece attuando
in Ucraina. Ciò significa che, tra le due guerre, l’una non esclude l’altra,
quanto meno nel principio di condanna di chi la guerra l’ha scatenata e di chi
la sta esacerbando a scapito, in entrambi i casi, delle inermi popolazioni
civili.
Anche in questo caso,
tutti coloro che negano l’aggressione della Russia o la giustificano, si
assumeranno le loro di responsabilità di fronte alla storia e alla propria
coscienza, se ne hanno ancora una o se l’hanno persa tra le maglie appiccicose
della Rete.
*Espressione
napoletana che indica uno stato psicologico fortemente alterato.
Immagini create con l’IA
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