venerdì 14 agosto 2009

W Terronia


Ormai non c’è più limite all’abominio culturale. In quest’estate dalle tinte sfumate, in questo mese d’agosto dove mancano notizie degne di nota, i disperati cronisti cercano di spolpare l’osso dell’informazione e crearne una dai contenuti artificiali, giusto per tirare avanti fino a settembre quando altri luoghi comuni saranno rispolverati. A tener banco dunque alle futili polemiche estive, circola tra un ombrellone e l’altro, l’eterogenea proposta leghista.
Se le richieste del carroccio fossero limitate alle velleità irredentiste dei padani, si definirebbero in quanto tali, ovvero bufale di mezz’agosto, ma visto che il partito di Pontida regge non indifferentemente le sorti dell’attuale governo, si rischia che almeno qualcuna delle loro assurde rivendicazioni possa essere esaudita a danno di tutta la comunità.
Il problema più grave è quello del consolidamento del luogo comune, quello di un Mezzogiorno assistenzialista e fannullone, al quale spesso i diretti interessati sembrano dar man forte per provincialistico timore, o per corruzione televisiva.
Analizzando a fondo le nordiche affermazioni, risulta che a sud di Roma viva un popolo di falsi invalidi, che spendono meno dei conterranei cisalpini, e dove le università fanno schifo, i diplomi sono facili e gli studenti copiano tutti e col bene placito dei loro insegnanti, ovviamente incapaci e corrotti.
Andiamo dunque per ordine, i falsi invalidi. Non si mette in dubbio che non ne esistano e che l’occasione faccia l’uomo ladro, ma questo vale un po’ per tutti, e del resto se i redditi, sono, come sembra, più bassi al Sud, è ovvio che le indennità di invalidità, che se non erro spettano a dichiarazioni inferiori ai 10.000 € annui, vadano più al sud che in quel di sotto alle Alpi. Questo spiegherebbe assieme alla legge economica di domanda e offerta, la vita meno cara del Mezzogiorno, contrapposta però a servizi di qualità inferiore, o altrimenti ben più cari che altrove a nord del Rubicone.
La scuola italiana e i presunti voti falsati. Per fare simili affermazioni, ci devono essere delle prove, bisogna che ci siano delle recriminazioni tangibili, magari con esiti giudiziari, non si può dubitare sui voti alti, e che quei cento e lode siano tutti frutto di un clientelismo locale e non delle capacità e del lavoro di studenti, che vedono ancora nello studio una scappatoia alle vicissitudini di un complesso quanto saturo mondo lavorativo. E del resto, se ci fosse stato dolo avrebbe dovuto esserci anche qualcuno che si fosse sentito penalizzato, dov’è ora, dove sono le sue denunce.
Quanto ai docenti meridionali, è bene che si decidano i celtici divulgatori e chi per loro, se è vero che tutti i professori del Nord sono meridionali e gli alunni del Settentrione, secondo l’INVALSI dopo l’inopportuno voltafaccia, indiscutibilmente più bravi, allora le scuole suddiste che hanno formato i loro docenti non sono poi così male, o è l’aria del Nord, lo spirito padano che s’infonde nel prof terrùn e lo redime da ogni nefandezza? Ma invertendo l'ordine dei fattori il prodotto non cambia, e a rigor di logica si sta speculando su un qualcosa di inconsistente, e scusate se mi sono abbassato in un contesto tanto futile, ma à la guerre comme à la guerre.
Ma sovvertendo i termini morali del discorso e ammettendo che tutte le illazioni fossero vere, mi vien voglia di chiedere alla mente che ha partorito tali pensieri, tu che faresti? Cosa faresti, nei loro panni, in un contesto economicamente depresso, dove ogni strada è lecita per non delinquere, dove lo stato è assente contrariamente ad altre parti del paese? Cosa faresti quando pur avendo seguito la via della legalità ti si bolla quale fannullone e questo solo per la tua provenienza geografica? Cosa faresti tu uomo retto del Nord?

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