martedì 2 luglio 2013

IL PUNTERUOLO E L'AMIANTO LE DUE FACCE DI UNA STESSA MEDAGLIA


L'eternit e il punteruolo rosso, cos'hanno in comune questi due elementi? Apparentemente niente ma se andiamo più a fondo vedremo che qualcosa in comune ce l'hanno ed è l'ipocrita comportamento che lo stato ha nei confronti dei due fenomeni. Il punteruolo rosso, più propriamente il Rhynchophorus ferrugineus, è un coleottero la cui larva si nutre del legno delle palme, la sua azione porta brevemente alla morte di quelle piante. Colpisce in particolar modo le specie di Phoenix Canariensis ma sembra che si stia evolvendo per colpire anche altre specie di palme. Per debellare questa calamità, che sta decimando i palmizi e modificando radicalmente il nostro panorama, ci sarebbe una profilassi molto cara e totalmente a spese del cittadino così come le spese relative alla rimozione delle palme malate in maniera irrimediabile o morte. Il non intervento è considerato illegale ed esistono sanzioni in tal senso. Infatti, la mancata esecuzione delle misure fitosanitarie, ai sensi dell’art. 54, comma 23, del DLgs n. 214 del 19 agosto 2005, comporta una sanzione amministrativa col pagamento di una somma che va da 500 a 3.000 euro. Una palma ammalata deve essere rimossa immediatamente, e bruciata presso le discariche attrezzate con un bruciatore adatto allo scopo (ce ne saranno qui da noi?). Quest'operazione costa da 700 a 1000 euro per palma. Altri 1000 vanno aggiunti con l'eventuale rimozione della radice, se si vuole rimpiazzare la palma rimossa con una di medie proporzioni che avrà un costo tra i 2/3000 euro. Davanti a questo scenario il malcapitato possessore di palme troverà altri metodi per disfarsi dell'albero in questione. Infatti è d'uso il fai da te, nel senso che il proprietario di un albero malato lo taglia o lo fa tagliare e lo smaltisce alla meno peggio, dove gli capita, e col risultato della diffusione del parassita, magari in luoghi o su piante dove difficilmente sarebbe potuto arrivare, perché è ovvio che tale disfacimento non sarà fatto in ottemperanza di nessuna norma precauzionale e soprattutto sarà fatto in fretta e furia, per non dare nell'occhio. Tutto questo quando non si decide, in via precauzionale, di abbattere anche le piante sane, per evitare problemi. Il risultato è quello della progressiva scomparsa di quelle essenze vegetali dal nostro ecosistema, alcune delle quali autoctone e da sempre parte del territorio, creando così problemi non solo di natura estetica ma anche di tipo naturalistico, venendo a mancare in tal modo l'habitat di specie animali che vivono in virtù delle palme. L'eternit, questo materiale, una volta era usato in tutte le salse, dalla tettoia alla canna fumaria, dalla cisterna per l'acqua allo scolo delle acque pluviali, dalle pasticche dei freni alle guarnizioni idrauliche ed è praticamente eterno, nel senso che anche se sbriciolato o ridotto nelle sue parti rimane nell'ambiente con grande pericolo per la salute umana. Il pericolo è legato al distacco delle microfibrille di amianto che se inalate, anche in piccola quantità e in maniera occasionale, scatenano malattie terribili come il mesotelioma pleurico. Anche l'eternit è presente in tutte le nostre case e anche in questo caso per disfarsene, il privato cittadino, deve sborsare cifre esorbitanti, si parla infatti di 1000 euro per metro lineare. Anche in questo caso ci si affida al suddetto fai-da-te. Ovviamente, da questa opzione, la più diffusa, ne scaturisce un grave pericolo sanitario, innanzitutto per chi asporta la struttura in amianto e che quasi sempre non rispetta le norme precauzionali basilari, inoltre diffonderà nell'ambiente il pericoloso materiale e le sue letali scorie. Il legale smaltimento lascia di per sé perplessi, infatti, la struttura viene prima irrorata di un liquido coibentante e poi, smontata o comunque ridotta di dimensioni, viene avvolta in teli di plastica per esser poi sotterrata in speciali discariche; gli operatori saranno muniti di mascherine e abbigliamento adatto e dovranno usare tutte quelle precauzioni tali da non diffondere il residuo del pericoloso materiale. È evidente che il sistema legale poco si discosta da quello abusivo, soprattutto se nel processo di smaltimento si riscontrano falle per la sicurezza, cosa molto frequente in questo paese di fatalisti e superuomini. La soluzione a questi due mali moderni del nostro territorio potrebbe essere senz'altro quella dell'intervento pubblico, non diciamo, perché non lo speriamo, che lo stato intervenga direttamente, visto lo scarso interesse e le scarse risorse economiche ma, per lo meno, sarebbe opportuno, visto lo stato delle cose e un rischio anche economico connesso a questi nuovi flagelli, una partecipazione alle spese. Una sorta di incentivo ad affrontare i costi, sia per la profilassi, sia per l'abbattimento delle palme malate, e allo stesso modo, interventi a sostegno di quelle famiglie che vogliono cautelare la salute domestica senza pregiudicare quella pubblica, permettendogli di togliere dalle loro abitazioni il pericoloso eternit e smaltendolo legalmente in apposite discariche. Tutto questo, non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, riattiverebbe un circolo virtuoso, non solo ecologico ma anche economico, permettendo alle ditte specializzate di lavorare di più e di non farlo al ribasso e senza penalizzare la salute di cittadini e lavoratori. Purtroppo, su gran parte del nostro territorio, soprattutto a sud del Garigliano, si fa finta di niente, le amministrazioni chiudono entrambi gli occhi, favorendo le meno costose e più comode pratiche illegali e lo stesso accade per gran parte dei rifiuti, speciali e non speciali, presenti attorno a noi. È senz'altro questo il modo più facile per chi non ha intenzione di tutelare la cosa pubblica e soprattutto la salute pubblica, è facile ottenere il tacito accordo con un'immatura cittadinanza ma le amministrazioni locali devono essere all'altezza del loro compito, dando indicazioni utili e venendo incontro alla popolazione, altrimenti si potrebbe pensare che costoro possano essere quantomeno incapaci di gestire la situazione. http://www.ilmediano.it/apz/vs_art.aspx?id=6091

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