martedì 13 marzo 2012

Il mio Cam(m)ino



Spinto non solo dai miei studi di iberistica, ma anche da una insaziabile voglia di conoscere, ho deciso di intraprendere il Camino de Santiago (in Spagna). In verità ho percorso soltanto gli ultimi 330 Km (sui canonici 750 c.ca), da León (Castilla y León) a Santiago (Galicia) e, non pago, ho portato dietro anche la famiglia.

Ed io che temevo crolli psico-fisici, affranto dalla fatica! La vera cosa difficile è stata quella di gestire la famiglia e rendere la loro esperienza del Camino altrettanto emozionante e, perché no, divertente.

Devo dire che ce l’ ho fatta, e con buona pace di coloro che criticavano il mio zaino troppo leggero, generosamente svuotato nel bagagliaio della mia mitica Palio Weekend, il mio Camino l’ ho percorso da pellegrino ed ho anche organizzato la mia piccola comitiva.

In effetti prenotare strada facendo la pensione (che li si chiama hostal da non confondere con gli albergues che invece coincidono grossomodo con i nostri ostelli) per tutta la truppa, ad un certo punto è diventato snervante. Finché un bel giorno a Triacastela ho avuto l’illuminazione (folle!), quella di prenotare telefonicamente tutti i pernottamenti che mi rimanevano, in una botta sola e ci sono riuscito, ma dopo mi bruciavano le orecchie, e soprattutto dovevo rispettare le tappe per non perdere l’alloggio anche se per me non era un problema, infatti in quanto “pellegrino” avrei potuto sostare almeno una notte presso l’albergue di turno a gratise o quasi; ma dove avrei messo pargoli e consorte?

Il riferimento allo zaino poi, fatto poc’anzi, non è casuale poiché, nonostante i buoni principi di coloro che affrontano il viaggio (che è pur sempre un pellegrinaggio), le umane miserie (invidia, megalomania, ipocrisia, supermanite, etc.) salgono a galla. E hai voglia a spiegare che hai una schiena malandata e che il Camino è un percorso innanzitutto personale, intimo, dove i confronti non dovrebbero esistere. Ma taluni ti sembravano quegli asceti che si infliggevano nel medioevo pene corporali. A vederli negli ostelli … y tú ¿cuántas ampollas tienes? Yo cuatro, menos dos uñas perdidas a lo largo del Camino . Guai poi se ti lavavi, dovevi puzzare, anche tanto, tipo Roquefort stagionato e percepibile anche a 10 m di distanza! Per concludere il conformismo impera ovunque anche sulla via per Santiago. Del resto siamo uomini e forse anche questo, almeno per me, ha reso il tutto più divertente e stimolante, nel senso che se loro cacciano la malizia io caccio la mia cazzimma, e ho detto tutto!

A tutto ciò un contorno fantastico di panorami celtici (sì perché il nord ovest della Spagna è riconosciuto come zona d’origine dei Celtíberi, antica popolazione con molto in comune con quelle di Bretagna, Irlanda, Galles e Scozia) boschi fatati (davvero!!) e tanti, tanti volti che spero di ricordare per tutta la vita, tante storie incrociate per caso o volutamente da parte mia o loro, che volutamente si sono poi interrotte, non solo per la distanza ma perché Il Camino è una zona franca dell’anima, o di quello che volete voi, dove tutti hanno una meta in comune: quella di giungere in un luogo, Santiago de Compostela. Il perché è un piccolo segreto per ognuno che l’ha fatto o che magari sogna di farlo.

¡Ultreya!

(I miei pensieri del 2006)

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