C’allamentammo do
supierchio,
ebbene sì, ma il nostro difetto non è l’irriconoscenza o la faziosità, ma
proprio l’esatto contrario, con l’aggiunta di un elemento fondamentale: la
conoscenza!
Eh sì! Perché noi il
Vesuvio lo viviamo, lo frequentiamo, lo conosciamo come e più di casa nostra, è
la nostra Terra, è la nostra Montagna e non è un’etichetta da usare sui propri
prodotti o una delle tante voci da mettere nel proprio curriculum vitae. Noi,
il Vesuvio: lo amiamo!
Ecco perché quando
leggiamo uno dei tanti spot storciamo
il naso, ecco perché quando siamo sommersi da una promozione territoriale
parziale e figlia del nulla o quasi ci viene il voltastomaco. Ed ecco perché
quando vediamo aprire in pompa magna un sentiero di poche centinaia di metri,
già aperto da altri e già percorribile, ci cascano le braccia perché conosciamo
una realtà, come quella dei sentieri del Monte Somma o di quelle che furono le
pinete del versante meridionale che languono in uno stato a dir poco pietoso,
zone soggette a frane e ad abbandono.
La politica delle
istituzioni la conosciamo e sappiamo come funzione ma voi, voi irrimediabili
partigiani del potere, serbate la vostra saliva per altro, o per altri,
stoccatela per i prossimi incendi e sarete senz’altro più utili alla causa.