San
Sebastiano, primo consiglio comunale dell'era Sannino
L'insediamento di
Salvatore Sannino e della sua giunta, ed è subito scontro con
Gennaro manzo.
A Salvatore Vitiello,
caro amico e raro esempio di dignità e partecipazione.
23
giugno 2016, finalmente un consiglio comunale! Devo dire che ne
sentivo veramente la mancanza e non solo per godermi le zuffe tra
maggioranza e opposizione ma per puro spirito di partecipazione e
conoscenza del funzionamento (o meno) della macchina pubblica.
Un anno di
commissariamento ma il clima è sempre lo stesso, nulla è cambiato,
il caldo compreso. Sarà stata la tensione che è andata gradualmente
aumentando con il solito, strenuo ed eclatante intervento del
consigliere Manzo ma anche le finestre chiuse e l'aria condizionata
rotta da più di cinque anni fanno la loro parte. La claque è folta
come si conviene alle prime degli spettacoli e non come eravamo
abituati negli ultimi consigli, con i quattro gatti che vi
assistevano. Stavolta in prima fila, accanto ai carabinieri e agli
addetti stampa, troviamo i vincitori, i sostenitori di Sannino,
vecchie e nuove facce pronte ad osannare con un plauso ogni
intervento del sindaco e della maggioranza. In seconda fila, più in
sordina, i sostenitori dell'opposizione e poi tanta altra gente,
tante persone che mai o poco hanno varcato la soglia dell'aula
consiliare ma che ieri non potevano fare a meno di esserci per
presenziare, conclamare ed adulare e aggrapparsi dove potevano al
carro del vincitore; ma probabilmente sono io che vedo il male
dappertutto e prendiamo questa partecipazione come un segno positivo,
sperando che anche i futuri consigli, ben più operativi ti questo,
si celebrino finalmente in orari più accessibili come questo e
permettano alla cittadinanza di essere più partecipe, ammesso che ne
sia realmente interessata.
Gli scranni sono quasi
tutti occupati, manca, assente giustificato, Pasquale D'Avino che per
motivi di salute non presenzia al suo insediamento come consigliere
riconfermato e neo assessore ai Lavori Pubblici. Si celebra il veloce
giuramento del neo sindaco Salvatore Sannino, per poi passare
prontamente all'elezione del presidente del Consiglio Comunale,
presieduto pro tempore dalla più giovane delle quote rosa, Corinne
Palumbo. L'elezione, con 8 voti a Gianluca Sannino e 4 alla Palumbo,
non raggiunge l'unanimità e per questo viene rimandata al prossimo
consiglio comunale. Passata agli atti quest'ultima prassi, il sindaco
annunzia ufficialmente la sua giunta composta, oltre che dal già
menzionato D'Avino, dal vice sindaco Peppe Panico, con delega ad
Ambiente e Territorio; da Assunta Filosa detta Assia per Scuola e
Cultura e l'esterna Giovanna Esposito alla Programmazione Economica.
Si
eleggono velocemente i componenti della Giunta elettorale nei nomi
della De Falco e Scopino per la maggioranza e Muccio per
l'opposizione. Così come, per la commissione per l'aggiornamento dei
componenti della Commissione Comunale per la formazione e
l’aggiornamento dell’Albo dei Giudici Popolari
passano Farinaceo e Muccio, rispettivamente per maggioranza e
opposizione.
Il
settimo punto all'ordine del giorno, quello relativo alla scelta
degli indirizzi
per la nomina, designazione e revoca dei rappresentanti del Comune
presso Enti, Aziende ed Istituzioni,
crea qualche problema poiché il buon Manzo, dopo tanto contenimento,
irrompe con le sue invettive sfogando il suo rancore e accusando
l'amministrazione di voler gratificare i membri della passata
amministrazione con il conferimento di tali incarichi. Manzo fa i
nomi Pino Capasso, l'ex sindaco, e dell'ex presidente del Consiglio
Comunale, Biagio Pizzo. Manzo rilancia poi i suoi cavalli di
battaglia e, oltre a sottolineare l'effettivo caldo estenuante
avvertito nell'aula e la mancanza di sedie per tutti i presenti,
ribatte la sua azione di contrasto alla politica economica degli
ultimi quattro anni.
Prende la parola Peppe
Panico che, oltre a ringraziare il sindaco per il conferimento della
carica di suo vice, auspica la riconquista della fiducia anche
dell'elettorato d'opposizione. Poi fa cenno finalmente a un qualcosa
che sa di ambiente e speriamo bene che una svolta si abbia anche in
tal senso. Ma poi, in un discorso nel miglior stile capassiano,
spiega le difficoltà incontrate per carenza di uomini, mezzi e fondi
per portare avanti degnamente il comune. Mi distraggo un attimo e
dalla finestra scorgo dei sacchetti presso quella scala che giorni fa
era stata il simbolo di questa nuova giunta scopatrice; Panico chiude
con un richiamo alla giovane Corinne Palumbo che a suo dire non
avrebbe richiamato all'ordine Manzo andato fuori tema.
La Palumbo dal canto suo
controbatte, sostenendo l'importanza dei contenuti del proprio
capogruppo. Interviene allora dai banchi della maggioranza anche
Gianluca Sannino che con un discorso ecumenico ringrazia urbi et orbi
tutte le forze attive del paese. Salvatore Sannino riprende la parola
arringando stavolta il pubblico presente ed irridendo Manzo e le sue
accuse: “Il prossimo consiglio comunale lo faremo con le finestre e
l'aria condizionata aggiustate”; “recuperare il tempo perduto,
questa è la nostra mission”; queste tra le sue affermazioni
più applaudite ma Manzo non ci sta e richiede la parola: “i soldi
si prendono dai fitti degli immobili comunali” ed in un crescendo,
dove si urla più che si parla, minaccia di andarsene rivendicando i
cinque minuti concessi abbondantemente al sindaco e non a lui. La
stessa presidente Palumbo lo richiama all'ordine ma questi, a sua
volta richiama la ragazza, ricordandole a quale schieramento
apparteneva. La Palumbo, visibilmente imbarazzata per la difficile
situazione, viene supportata da Antonio Muccio che la consiglia
mentre l'ilarità e il clamore di un pubblico, più da stadio che da
consiglio comunale, fa da contorno a un qualcosa di già visto e già
sentito.
Riprendono la parola
Gianluca Sannino e Muccio facendo richiesta di abbassare i toni,
quest'ultimo lamentando però la mancanza di risposte da parte della
passata amministrazione. Panico interviene sostenendo che la prassi
verso gli insolventi sia un'altra e non quella dello sfratto ma del
dialogo tra le parti. Il sindaco chiude e all'unanimità si votano
gli indirizzi e tutti via in cerca di un luogo più fresco.
Immagino il Buon
Salvatore Vitiello col suo passo breve e lento di anziano che viene
verso di me. “Ciro - nel suo inconfondibile accento torrese - ma
secondo te che hai studiato, cambierà mai qualcosa in questo paese?
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