venerdì 29 agosto 2025

Il genio italico

 

 Salvini non è uno stupido, Salvini è una persona che, per strano che possa sembrare, rasenta la genialità. Salvini fiuta l’aria che tira con perizia da statista e lo fa sulla falsa riga del più grande degli imbonitori italiani, dà al mediocre ciò che vuole, quel che lui vuol sentirsi dire e lo fa sentire il centro del mondo.

Il proteiforme Salvini cambia pelle come le lucertole, è passato dalla sinistra radicale al revanchismo leghista e dal Leoncavallo a Casa Pound in un batter d’occhio. Non solo parla alle pance degli italiani ma rappresenta lui stesso, anche esteticamente, lo stereotipo dell’italiano; fisicamente e soprattutto culturalmente. È cattolico ma non praticante (ammesso che questo abbia una logica) ed esalta tanto la famiglia da aver fatto figli con più donne diverse, fuori e dentro il matrimonio. È tifoso come ogni italiano (anche se questa ormai è una caratteristica imprescindibile di tutti i politici, anche per quelli più radicali ed antitetici al capitalismo); è amante del mare e della buona cucina, sempre come tutti gli italiani, ed è un voltagabbana e un presunto furbo come ogni italiano che si rispetti. Salvini è l’ultraitaliano!

A ciò, in mancanza di altri argomenti, ti tira fuori gli altri assi nella manica, aizzando le masse con le paure ataviche di ogni uomo: il timore per lo straniero, soprattutto se musulmano, così come faceva con i meridionali quando era ancora separatista; oppure rivanga l’eterno astio per i cugini ricchi di Francia e di un Macron che si presta particolarmente alle sue invettive. Ma anche l’ammiccamento ai “bimbi” e ai pensionati, senza per questo fare qualcosa di concreto né per gli uni né per gli altri.

L’esaltazione poi di tutto ciò che è italico o, all’occorrenza, di ciò che è locale, passando dalla Liga Veneta ai neoborbonici, dal Parmigiano alla Mozzarella senza problema alcuno, lo rendono simpatico ovunque lungo lo Stivale, così come in Europa quando passa da Trump a Putin senza vergogna alcuna. Il tutto sapientemente condito con un po’ di terrorismo psicologico no vax, sempre utile all’occorrenza. Tanto a pescare nel vago del luogo comune, non si sbaglia mai.

Del resto la memoria è labile e sono sempre di meno coloro capaci di rispolverarla a monito per se stessi e per le future generazioni, sempre più obnubilate dalla rapidità e dall’insipienza di un’informazione sensazionalistica.

Ecco! Questo è il capolavoro Salvini, nessuno può stargli dietro, nemmeno quando fa meschine figure di strame come quella col sindaco polacco di Przemysl, che lo accusava di essere filorusso. Ad ogni modo lui ha la dote più importante di un politico di razza ed è quella della faccia tosta, ovvero sostenere l’inammissibile ad ogni costo e in questo lui è da oscar e nessuno sa farlo meglio, e nessuno potrà durare più a lungo di lui, perché lui è la sintesi dell’Italia attuale ovvero un coacervo di passato e futuro condito di timori e credenze ancestrali e un finto richiamo alla modernità.

Una volta mi chiedevo se fosse nato prima Belusconi o il berlusconismo e, risalendo all’edonismo reaganiano di D’Agostino e alla Milano da bere di Craxi e i soci della prima repubblica, qualche spiegazione me la sono pure data ma ora mi chiedo, altrettanto retoricamente: chi è nato prima, Salvini o lo stronzismo?

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