martedì 18 marzo 2025

La scuola immaginaria

 


Vi insegnerò la morale e a recitar le preghiere E ad amar la patria e la bandiera Noi siamo un popolo di eroi e di grandi inventori E discendiamo dagli antichi romani

Che il governo italiano; che i governi italiani, non avessero il polso della situazione in materia di scuola era un dato di fatto, assodato e dimostrato non solo dall’evidenza che ad ogni cambio di esecutivo corrispondessero altrettante riforme che hanno poi prodotto solo sterile burocrazia, ma anche dalla realtà del nostro sistema scolastico rimasta ancorato ad una concezione pre-gentiliana della pedagogia e dove tutto lo scibile umano poteva e doveva essere interpretato attraverso gli studi umanistici. La recente enfasi data quindi allo sport, alla religione, al culto dell’italianità e ad una  sospetta “romanità” della cultura ci riporta ancora più indietro nel tempo, in maniera anacronistica, con ricordi nostalgici (si spera soltanto tali) del ventennio e delle sue aberrazioni.

Con buona pace delle classifiche OCSE-PISA, che ci vedono ancora molto in basso per le materie scientifico-matematiche e, udite udite, anche per la comprensione di un testo (vedasi analfabetismo funzionale), ci ritroviamo ancora oggi con un Valditara qualunque che ritorna a parlare di eurocentrismo e di radici giudaico-cristiane dell’occidente, e lo fa in un mondo che è ormai evoluto in altro, in un qualcosa di più complesso e nel quale, gli unici a non volerlo capire sono proprio loro, i politici, i loro giullari e i menestrelli di corte, quegli stessi cantori del liceo classico che però parlano di “mission”, “stake holders”, “made in Italy” e che non mettono più l’articolo davanti al nome delle aziende.

Le monocolture così come le monoculture, inaridiscono il terreno, lo rendono sterile anche in termini figurati così, in un paese ricco di cultura come il nostro non ci si può basare solo sulla cucina, i prodotti tipici e su di un’arte che è frutto dell’ingegno dei nostri predecessori e non nostro; non possiamo campare sempre e solo di rendita, dobbiamo imparare a produrre altro e per farlo dobbiamo incominciare a pensare in maniera diversa, universale. Altrimenti non saremo altro che l’ombra di noi stessi.

La Bibbia

Più realisti del re, questi politici da strapazzo rilanciano l’insegnamento della bibbia alla primaria, come se la materia della “Religione Cattolica” non esistesse già, in ogni ordine e grado della nostra scuola, e come se, in un paese, che sarebbe in teoria ancora cattolico, i bambini non facessero da sempre catechismo per la prima comunione, e mi fermo qui, perché sulla presunta laicità dello stato italiano si aprirebbero questioni infinite.

La storia

La storia, benché sia tra le discipline più bistrattate della scuola italiana, la si vorrebbe tutta basata sull’occidente! Ma perché, fino ad oggi cosa s’era fatto? Cosa sappiamo delle culture monumentali  millenarie dell’Indo e del bacino dei grandi fiumi in Cina? Per non parlare delle altre culture, quelle amerinde, quelle africane, etc? Ci si limita agli antichi egizi e ai sumeri, giusto perché sono arrivati ad affacciarsi sul Mediterraneo e su quello che definiamo ancora Medio Oriente con un termine tra l’alto più statunitense che nostrano. Come si pretende di avere una visione globale se ci si ostina a studiare solo il passato locale?

L’Iliade e l’Odissea

Anche in questo caso piove sul bagnato, ovvero si punta su un qualcosa che, almeno nella scuola media, la secondaria di primo grado, viene già insegnato da sempre. Va bene ciò che è classico ma va bene anche ciò che non lo è, o quanto meno ciò che non lo è presso la nostra cultura di base. È pur vero che le giovani generazioni ignorano molto del nostro passato (e non solo loro) ma è anche pur vero che esistono dei nuovi classici che sono totalmente ignorati dai programmi italiani. Quanto della letteratura italiana, che non sia Dante e Manzoni, viene perso in base alla cristallizzazione della visione unica? E quanto della letteratura mondiale ci perdiamo, o meglio, quante possibilità di allargare gli orizzonti precludiamo ai nostri giovani proiettati anche verso l’estero e le altre nazioni?

Il latino

E poi il solito latino che aiuterebbe a ragionare di più perché lo ha detto Gramsci! E sti cazzi! Gramsci, in quelle stesse lettere nelle quali parlava del latino come mezzo per ragionare, usava il superlativo asprissimo invece di quello più latinizzante di asperrimo, corretto comunque, ma indicativo di una lingua evoluta e che evolveva nonostante le sue di origini. Che sia ben chiaro, le nostre radici vanno sì conosciute e tutelate ma se gli inglesi e il tedeschi non studiano il goto nella scuola di base ci sarà una ragione, anche perché, Gramsci a parte, non sta scritto da nessuna parte che il latino e il greco insegni a ragionare meglio di ogni altra lingua o di ogni altra disciplina.

Quando incominceremo ad abbandonare questi dogmi, quando incominceremo a guardare avanti invece di guardare indietro e quando parlerà di scuola chi veramente l’ha fatta allora, forse, saremo un paese più moderno e al passo con i tempi.

#scuola #scuolaquestasconosciuta #nostalgicidelventennio #valditara #bibbia #iliade #odissea #storia

Per approfondire:

https://www.corriere.it/scuola/25_marzo_12/valditara-scuola-ac2b5a97-1b8a-4a23-8e77-0d6f4be14xlk.shtml?refresh_ce

https://www.ilmediano.com/la-presunta-supremazia-del-liceo-classico/?fbclid=IwY2xjawI_a9JleHRuA2FlbQIxMQABHcDRP9n4nnPxaMnzW90eWcTC23xVkT5dNfLK5k3NfJ6WgPp6wSdL1d0yOA_aem_dfBN3mN-4ioQBi0ZbC8IEA

Immagine fonte rete internet

Nessun vocabolo inglese è stato usato a sproposito nella stesura di questo post.

Nessun commento:

Posta un commento