giovedì 26 novembre 2009
Empatia occidentale
Ieri (25/11), stranamente, è stata trasmessa su più reti nazionali, la notizia di un sito antagonista che pubblicava gli SMS dell'11 settembre. Fin qui niente di nuovo, negli otto anni trascorsi dal tragico evento ne hanno fatte di cotte e di crude, dette di tutti i colori e se n’è pensato di tutto di più sull’argomento in questione.
Mi ha pervaso però, fino a stamattina, il pensiero del perché di quest'estemporaneo revival dell’assalto alle torri gemelle.
Vi assicuro che, normalmente penso anche ad altre cose, più amene ed effimere col sopraggiungere dell’aurora, ma stamattina, come dicevo, al sorgere del sole, ascoltando la rassegna della stampa estera di Radio Rai 3, ho sciolto l’arcano.
A Obama servono quarantamila nuovi soldati!
Glieli ha chiesti il suo generale in campo, costretto al ripescaggio dei riservisti di una recalcitrante guardia nazionale. Solo che, il presidente dei molti sogni e delle dure realtà, non è riuscito a racimolare che una trentina di migliaia di uomini in armi, e il resto?
No problem! Ghe pensi mi!
Ci pensiamo noi, gli avrà detto al telefono l’omino buffo, rassicurando l’emulo di Kennedy (anche per quel che concerne la guerra!) che la strenua lotta all’infedele continuerà senza quartiere anche grazie a noi baldi italioti.
Ecco quindi, il perché di tanto affanno di mamma RAI e delle consorelle del biscione, ancora toccate dall’enfasi dei passati avvenimenti. Queste, all’unisono, decidono di rispolverare una notizia che tale non è.
Lo scopo di tutto ciò è probabilmente imputabile alla scelta di giustificare l’azione del nostro governo, che incontrerà a breve, nella persona del ministro Frattini, il segretario di stato americano Hillary Clinton. Stabiliranno, in accordo con i pochi alleati europei ancora disponibili, i tempi e le modalità per la fornitura di truppe per colmare il disavanzo statunitense.
Qui da noi invece, lo stato sociale è agli sgoccioli, scuola, sanità, pensioni e tutti gli ammortizzatori sociali sopravvissuti all’ondata liberista degli scorsi anni, non sono più conquiste scontate, ma l’inviare truppe all’estero a morire e a uccidere, non si sa ancor bene per chi o per che cosa, sembra che sia ancora di moda, e non solo per chi attualmente ci governa. Ovviamente ci si riferisce a un qualcosa di serio per cui combattere, magari non in contraddizione con l’articolo 11 della nostra Costituzione, un che di concreto e non preventivamente deciso a tavolino in maniera unilaterale! Un qualcosa che sia discusso in parlamento (ammesso che ne valga ancora la pena e che ce ne sia la volontà) e non dato per scontato come lo è la compiacenza per lo zio d’America. Un po’ come è scontata l’acqua di Gaeta, che se aumenta per i comuni mortali, ciò non può accadere per lo zio Sam, che non si scomoda nemmeno a intervenire nel contenzioso che ha visto protagonista in questi giorni alcune unità navali a stelle e strisce nel golfo laziale.
Gli entusiasti del primo presidente di colore della storia degli States non battono ciglio, anche quando gli viene conferito il primo premio Nobel preventivo della storia (quante belle cose avrebbero potuto fare con quei soldi del premio le tante ONG che concretamente lavorano sul campo!), e ancor meno quando questi aumenta le truppe sul fronte.
Ecco perché tutto quello che riguarda la strage dell’undici settembre 2001, risulta essere un altro dei tanti dogmi dei nostri tempi, tanti e troppi, poiché il futuribile positivismo della nostra era, mal si coniuga con le nostre paure millenariste. Anche perché di quell’evento si è accettato tutto e acriticamente, dove, più delle ragioni che hanno causato tanto scempio di vite e destini ha potuto il bagno mediatico ed emozionale che ci ha fatto condividere le sorti di quei poveracci delle Twin Towers (molte delle vittime erano infatti inservienti o colletti bianchi di basso inquadramento, che lavoravano presto la mattina per guadagnarsi il magro stipendio dell’uomo comune, e che per giunta, una parte di essi, ironia della sorte, era anche mussulmana. Tutto questo però non ha mai fatto testo nell’esegesi dei martiri newyorkesi, come non lo hanno mai fatto tutti quelli brutti, sporchi e cattivi come coloro che sono diversi dal canone occidentale!), mai nessuno o quasi, neanche a notte fonda (forse talvolta tra le cose mai viste di Enrico Ghezzi?) ha accennato alle sorti dei civili, vittime della nostra rappresaglia in Mesopotamia o in Battriana. Eppure, sono anch’essi uomini e donne che soffrono e periscono per colpe non proprie, e quindi perché nel gran varietà della sofferenza non c’è mai spazio per coloro che continuano a subire l’ira, non si sa fin quanto giustificata, dell’occidente?
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