Già in passato ebbi una discussione con una consigliera di
Massa di Somma, perché scrisse un post dove raccontava di aver fatto catturare
un cinghiale per le strade del suo paese. Quando le feci notare che era un
maiale nero, uno di quelle specie straniere, abbandonato da qualcuno,
probabilmente perché importato illegalmente, si incazzò e mi portò, come prove
attendibili e a conforto della sua tesi, i post presi in rete di privati o
anonimi cittadini che asserivano che quello fosse un cinghiale e il fatto
stesso che fosse nero ne era per lei la riprova.
Prima ancora ci fu l'immagine del facocero diffusa dalla
Regione Campania, quella di un manifesto che paventava la peste suina,
trasmessa appunto dai cinghiali e pedissequamente affissa sui muri di
Sant'Anastasia là dove, a memoria d’uomo e a rigore di scienza, i cinghiali, né
tanto meno i facoceri, non c’erano mai stati. Poi sono venuti gli influencer durante l'incendio del
Vesuvio di quest’anno, sempre con i cinghiali, ma stavolta anche con i famosi (e
inesistenti anch’essi) cervi vesuviani e la frittata è fatta!
Oggi, purtroppo, leggiamo dalla cronaca locale della tragica
morte di un anziano ad Ottaviano, che sarebbe stato “sbranato da volpi,
cinghiali o cani”. Nell’attesa degli esami autoptici e delle indagini degli
inquirenti, non possiamo non notare l’ennesimo tirare in ballo a sproposito, e
senza prova alcuna, dell’immagine terrorifica di animali tutto sommato innocui
e, ancora una volta, ad essere sulla ribalta è il cinghiale, anche là dove non
c’è.
Ormai dobbiamo rassegnarci, una bugia ripetuta cento volte
diventa realtà, sul Vesuvio ci sono i cinghiali! Perché così hanno deciso i
social! Ovviamente i prossimi a comparire saranno i lupi e gli orsi ma sono
fiducioso anche dell'arrivo di minolli e rostocchi.
Immagine creata con l’IA
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