Proprio di fronte casa mia, in cupa Cascetta, durante l'abbattimento di un capannone. La signora è la madre del proprietario che cerca in tutti i "modi" di entrare nel fabbricato. Ciao!
Perché dici questo? Invece mi sono complimentato con la tua attenzione, con la tua umanità. Penso che tra le righe del tuo articolo ci fosse pietà, non pietismo. Penso che tu abbia scritto correttamente che l'abuso (ogni abuso) vada ovviamente sanzionato, ma anche che il diritto dovrebbe essere ripristinato sempre, ovvero con onestà. Perché se la legge non viene applicata in ogni caso e per tutti, allora suona iniqua e screditata, come nel caso che hai descritto. Inoltre, ci sono i modi: due camionette di poliziotti contro un capannone e un paio di vecchi è palesemente disgustoso. Una tale dimostrazione di forza vorrei vederla davanti alle seconde e terze case ad uso speculativo e ostentatorio, davanti agli eterni scheletri di cemento che ci assuefanno all'inconcludenza, davanti ai manufatti edificati nei letti dei fiumi o in spregio del paesaggio... Poi, naturalmente, non sappiamo da quanto tempo la sentenza fosse venuta a conoscenza dei proprietari del capannone, non sappiamo quanto preavviso gli era stato concesso e se questi non ne hanno tenuto conto. Verosimilmente la questione si trascinava da anni. Comunque sia, ritorno alla fotografia qui sopra, che a mio parere esprime efficacemente il dramma di una donna e la impotente tenerezza di una poliziotta. In questa foto c'è semplicemente la realtà, in tutta la sua durezza. La legge è ciò a cui tutti dobbiamo riferirci, ma una giustizia che viene applicata solo in certi casi e solo verso alcuni è una giustizia arbitraria, dunque scorretta e, per certi, versi crudele. Non ho ancora letto i commenti all'articolo, ma quel che penso è che tu abbia guardato oltre la sentenza esecutiva, in modo da fare luce sulle incongruenze del sistema.
La seconda foto è strepitosa. Dov'è? Di cosa si tratta?
RispondiEliminaProprio di fronte casa mia, in cupa Cascetta, durante l'abbattimento di un capannone. La signora è la madre del proprietario che cerca in tutti i "modi" di entrare nel fabbricato. Ciao!
RispondiEliminaHo appena letto la tua cronaca. Umana, come sempre.
RispondiEliminaForse anche tu come alcuni commentatori non ne approvi il contenuto?
RispondiEliminaPerché dici questo? Invece mi sono complimentato con la tua attenzione, con la tua umanità. Penso che tra le righe del tuo articolo ci fosse pietà, non pietismo. Penso che tu abbia scritto correttamente che l'abuso (ogni abuso) vada ovviamente sanzionato, ma anche che il diritto dovrebbe essere ripristinato sempre, ovvero con onestà. Perché se la legge non viene applicata in ogni caso e per tutti, allora suona iniqua e screditata, come nel caso che hai descritto.
RispondiEliminaInoltre, ci sono i modi: due camionette di poliziotti contro un capannone e un paio di vecchi è palesemente disgustoso. Una tale dimostrazione di forza vorrei vederla davanti alle seconde e terze case ad uso speculativo e ostentatorio, davanti agli eterni scheletri di cemento che ci assuefanno all'inconcludenza, davanti ai manufatti edificati nei letti dei fiumi o in spregio del paesaggio...
Poi, naturalmente, non sappiamo da quanto tempo la sentenza fosse venuta a conoscenza dei proprietari del capannone, non sappiamo quanto preavviso gli era stato concesso e se questi non ne hanno tenuto conto. Verosimilmente la questione si trascinava da anni.
Comunque sia, ritorno alla fotografia qui sopra, che a mio parere esprime efficacemente il dramma di una donna e la impotente tenerezza di una poliziotta. In questa foto c'è semplicemente la realtà, in tutta la sua durezza.
La legge è ciò a cui tutti dobbiamo riferirci, ma una giustizia che viene applicata solo in certi casi e solo verso alcuni è una giustizia arbitraria, dunque scorretta e, per certi, versi crudele.
Non ho ancora letto i commenti all'articolo, ma quel che penso è che tu abbia guardato oltre la sentenza esecutiva, in modo da fare luce sulle incongruenze del sistema.
La mia era solo una captatio benevolentiae, ne avevo bisogno per confrontarmi col tuo sguardo lucido sulle cose. grazie come sempre
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