domenica 8 agosto 2010

Adolescenza



«L’età delle atrocità a cielo aperto quella lì, né carne né pesce né uova né verdure, disabituato alla vita, illusoriamente orfano della morte, digiuno della forza pressante e vitale di tutte le quotidianità, figli che avrebbero bisogno ancora di tante madri, ma poi si resta figli per sempre, questo è il guaio grave sebbene non sia il solo, le disgrazie non si privano mai di un buon accompagnatore, diceva mia madre sapendo il fatto suo e anche alcuni fatti degli altri, e poi tutta una serie di gestazioni maldestre, in quell’età maledetta che dovrebbero abolire, e questo subito ti rende invisibile all’essenziale, ondeggiante come il destino della formica, tutto questo non è per niente un buone inizio, credetemi. Alle volte è solo una fine anzitempo. Ce ne sono rimasti sotto dei giovanotti, altro che, davanti allo stupore delle scoperte. Ci sono certe scoperte che non danno seconde possibilità. Però, come diceva mio padre, hai davanti una vita. Peccato che a diciotto anni non la capisci questa frase così semplice: “La vita davanti”. Hai un rapporto col tempo alterato. Drogato di false dilatazioni aberranti. C’è una prospettiva di infinito, nel diciottenne, che si può tranquillamente considerare uno dei più consistenti crimini dell’umanità. […] La porca verità è che capisci cosa significa avere la vita davanti quando quella si è posizionata indietro. Semplice come la sete. E allora l’uomo si moltiplica, diventa folla di rimpianti. Ma questo non smuove le vite, le svaluta solo un altro poco. Le accompagna, con una lieve elegante spinta di una mano da maggiordomo, verso il cimitero affollato di cadaveri esperti. Chi l’ha inventata la vita? Un sadico. Fatto di coca tagliata malissimo.»

Paolo Sorrentino da Hanno tutti ragione

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