Si è voluto toccare con mano ciò che si era in precedenza criticato ma invece di trovare una manifestazione a salvaguardia dell’arte se n’è trovata una a salvaguardia del lavoro.
Ieri mattina, prima di andare a lavoro, son passato per la “Siesta”, toponimo semiufficiale dato all’incrocio tra Via San Vito e Via Vesuvio, quella che diverrà poi la provinciale e che porterà fin su al Cratere. Volevo vedere se la mia preveggenza potesse essere più o meno confortata dalla presenza di addetti alla pulizia nel tratto interessato dalla manifestazione Re-creator Vesevo. In affetti c’era qualcuno, anzi c’erano tutti! C’era qualche giardiniere del comune di Ercolano, gli AIB della provincia, all’occasione utilizzati per la pulizia delle piazzole dell’amore, c’erano i politici, la Polizia di Stato, quella comunale e soprattutto c’era il convitato di pietra, gli ex LSU dell’ex cooperativa Vesuvio, Natura e Lavoro.
In effetti i poveretti sono ormai al loro quindicesimo giorno di manifestazione, tra il Gran Cono e la piazza antistante “La Siesta” e hanno colto l’occasione per dare più risalto alla loro protesta per la prevista presenza in loco di alcuni politici locali e soprattutto dell’atteso Presidente del Parco Ugo Leone.
Ad ogni modo la situazione, relativamente tranquilla verso le otto, ha incominciato a complicarsi quando i primi pullman sono stati bloccati dai manifestanti, che forniti di striscione e megafono si sono seduti nella stretta imboccatura della provinciale, bloccando il passaggio a qualsiasi automezzo fosse intenzionato a passare. Una fila di autovetture si crea ai due lati della strada che conduce a Torre del Greco, c’è un escavatore diretto al Cratere che viene bloccato e volano le prime parole grosse; ci sono le guide vulcanologiche, che osservano in disparte l’evolversi degli eventi; ci sono i tassisti, dall’aria particolarmente nervosa e poi i turisti, tutti stranieri; assistono nelle loro tenute escursionistiche, così lontane da quel contesto teoricamente votato alla natura, con quelle loro espressioni straniate, che lasciano intravvedere un alone di delusione che sfuma in un sorriso di ironica rassegnazione.
Incontro l’assessore all’Identità Cittadina, Gioacchino Acampora, promotore della manifestazione Re-creator Vesevo mentre informa i partecipanti all’evento che tutto è saltato e che almeno per ora non se ne fa nulla. L’assessore è ben disposto a un’intervista e si presta a descrivere l’iniziativa, che ribadisco è di per sé lodevole ma a mio avviso palliativa. Dalle parole del politico sembra però che l’iniziativa possa avere ulteriori sviluppi in futuro, anche perché non è praticamente mai nata, sostiene inoltre che lo stato attuale delle sculture di Creator Vesevo sia migliore di come le aveva trovate.
Non è che ci voleva tanto in verità, visto che mai nessuno se n’era interessato e che versavano, fino alle otto di mattina in condizioni pietose, invase dalle erbacce, imbrattate e circondate dai frutti dell’amore a quattro ruote. Spero che il solerte assessore Acampora, persona dall’apparenza appassionata e che non ha, da me incalzato, risparmiato parole d’augurio per i manifestanti, possa dimostrare che il sottoscritto abbia visto più sporco di quanto ce ne sia in realtà, magari contrapponendo, accettando anche la ripicca, i suoi buoni risultati alle mie critiche osservazioni. Perché ripeto, mi conviene. Io qui ci vivo e se vedo qualcosa che non va la evidenzio per necessità più che per virtù.
E intanto gli ex LSU stanno ancora là, seduti in attesa di un qualcosa e soprattutto qualcuno che non è venuto e che soddisfi le loro richieste, quelle di pochi centesimi, chi dice dieci, chi cinquanta, dal prezzo complessivo del biglietto d’accesso al Gran Cono. Questi spiccioli, moltiplicati per i più di 300.000 turisti che ogni anni visitano il Cratere fornirebbero la possibilità di formare un ATI (Associazione Temporanea di Imprese) con i lavoratori di Artèm, ditta che ha in affidamento il servizio di biglietteria e quadrare il cerchio del problema, o almeno così sembra e vedremo se chi di dovere saprà dare risposte ai questi lavoratori precari oppure il solito contentino che rinvierà la questione fino alla prossima protesta.
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