mercoledì 4 febbraio 2009
Il ricordo
La giornata del ricordo rischia d'essere una vuota celebrazione, come rischia d’esserla quella della memoria. L'autocelebrazione di taluni non deve svilire l’importanza di un concetto fondamentale, la sacralità della vita umana.
L’orrore delle foibe non può e non deve oscurare quello delle repressioni e degli eccidi italiani in Jugoslavia.
Voltare la faccia, relegando l’immane tragedia della seconda guerra mondiale ad una riduttiva contrapposizione del bene contro il male, dove il bene siamo presuntuosamente noi, non rimarginerà mai quelle ferite ancor oggi aperte, in Italia come nei paesi dell’ Ex-Jugoslavia.
Per rendere onore alle vittime dell’umana follia, soprattutto quando queste furono civili e inermi rispetto all’assurda brutalità del pregiudizio e alla viltà della rappresaglia, bisognerà commemorarle tutte.
Un sincero ricordo deve compiangere, senza miopi distinzioni, anche coloro che per lo stesso atroce destino si trovarono innocentemente nel vortice di quegli eventi.
Un comico napoletano disse una volta - Gli Alleati hanno vinto la guerra, i tedeschi l’hanno persa, e l’Italia, unica nella storia, è quella che ne ha pareggiato una! -
Questo pareggio, che quasi in un botto ha appianato tutto, ha anche cancellato colpe e colpevoli, come se le nostre armate non fossero mai partite per invadere paesi spesso inermi. Svaniti in un battibaleno i gas usati in Etiopia, archiviati in armadi murati i nomi dei criminali di guerra, stipate nell’oblio della nostra ipocrisia le leggi razziali.
Questa giornata del ricordo servirà a qualcosa fin quando sarà anche la giornata della verità, quando si accetteranno le tante colpe e meschinità del nostro popolo, che in quanto umano, soggetto a queste miserie. Sperando, che una volta per tutte, la si smetta col mito degli italiani brava gente.
Cliccate sul titolo per il link alla pagina web Crimini di guerra.
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