Salvini non è uno stupido, Salvini è una persona che, per strano che possa sembrare, rasenta la genialità. Salvini fiuta l’aria che tira con perizia da statista e lo fa sulla falsa riga del più grande degli imbonitori italiani, dà al mediocre ciò che vuole, quel che lui vuol sentirsi dire e lo fa sentire il centro del mondo.
Il proteiforme Salvini cambia pelle come le lucertole, è
passato dalla sinistra radicale al revanchismo leghista e dal Leoncavallo a
Casa Pound in un batter d’occhio. Non solo parla alle pance degli italiani ma
rappresenta lui stesso, anche esteticamente, lo stereotipo dell’italiano; fisicamente
e soprattutto culturalmente. È cattolico ma non praticante (ammesso
che questo abbia una logica) ed esalta tanto la famiglia da aver fatto figli
con più donne diverse, fuori e dentro il matrimonio. È tifoso come ogni italiano (anche
se questa ormai è una caratteristica imprescindibile di tutti i politici, anche
per quelli più radicali ed antitetici al capitalismo); è amante del mare e
della buona cucina, sempre come tutti gli italiani, ed è un voltagabbana e un
presunto furbo come ogni italiano che si rispetti. Salvini è l’ultraitaliano!
A ciò, in mancanza di altri argomenti, ti tira fuori gli
altri assi nella manica, aizzando le masse con le paure ataviche di ogni uomo:
il timore per lo straniero, soprattutto se musulmano, così come faceva con i
meridionali quando era ancora separatista; oppure rivanga l’eterno astio per i
cugini ricchi di Francia e di un Macron che si presta particolarmente alle sue
invettive. Ma anche l’ammiccamento ai “bimbi” e ai pensionati, senza per questo
fare qualcosa di concreto né per gli uni né per gli altri.
L’esaltazione poi di tutto ciò che è italico o,
all’occorrenza, di ciò che è locale, passando dalla Liga Veneta ai neoborbonici,
dal Parmigiano alla Mozzarella senza problema alcuno, lo rendono simpatico
ovunque lungo lo Stivale, così come in Europa quando passa da Trump a Putin
senza vergogna alcuna. Il tutto sapientemente condito con un po’ di terrorismo
psicologico no vax, sempre utile
all’occorrenza. Tanto a pescare nel vago del luogo comune, non si sbaglia mai.
Del resto la memoria è labile e sono sempre di meno coloro
capaci di rispolverarla a monito per se stessi e per le future generazioni,
sempre più obnubilate dalla rapidità e dall’insipienza di un’informazione
sensazionalistica.
Ecco! Questo è il capolavoro Salvini, nessuno può stargli dietro,
nemmeno quando fa meschine figure di strame come quella col sindaco polacco di Przemysl,
che lo accusava di essere filorusso. Ad ogni modo lui ha la dote più importante
di un politico di razza ed è quella della faccia tosta, ovvero sostenere
l’inammissibile ad ogni costo e in questo lui è da oscar e nessuno sa farlo meglio,
e nessuno potrà durare più a lungo di lui, perché lui è la sintesi dell’Italia
attuale ovvero un coacervo di passato e futuro condito di timori e credenze
ancestrali e un finto richiamo alla modernità.
Una volta mi chiedevo se fosse nato prima Belusconi o il
berlusconismo e, risalendo all’edonismo reaganiano di D’Agostino e alla Milano
da bere di Craxi e i soci della prima repubblica, qualche spiegazione me la sono
pure data ma ora mi chiedo, altrettanto retoricamente: chi è nato prima,
Salvini o lo stronzismo?