Iniziamo
con un sentiero facile facile, solo 12 chilometri!
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Niente
paura! Non mi sto prendendo gioco di voi, in realtà, questo, come
molti altri sentieri vesuviani, può essere gestito in base alle
vostre necessità podistiche e ridotto qualora se ne presentasse la
necessità. Il dislivello poi non è elevato, solo 500 m. Il sentiero
numero uno dell’Ente Parco attraversa, in buona parte, la Valle
dell’Inferno, che, nonostante il poco invitante nome, risulterà,
soprattutto in primavera, essere tutt'altro che infernale e di
piacevole percorrenza.
Nell'immagine, il tracciato registrato su Google Earth
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Il percorso con alcune indicazioni |
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Le
raccomandazioni, in questo caso, come lo sarà per gli altri
percorsi, sono in linea di massima sempre le stesse per chi vollesse avvicinarsi all'escursionismo: calzature adatte
alla montagna, bastoncini per l’equilibrio e la fatica, tanta acqua
e una buona dose di prudenza, che non è mai troppa. Non bisogna
essere dei rambo per divertirsi in natura e l’entusiasmo di entrare
in contatto col nostro Vulcano basterà a sopperire alla stanchezza e
all’inesperienza. Nell'immagine il tracciato registrato su una mappa IGM 1:25.000).
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L’accesso
ufficiale al sentiero è quello da Ottaviano ma non mancano
comunicazioni con il resto della sentieristica vesuviana. Raggiunta
la cittadina, sede dell’Ente Parco, attraverso la statale 268, si
arriva facilmente, seguendo la strada principale e le indicazioni
“Valle delle Delizie”, all’ingresso del sentiero a quota 500
m.s.l.m. Nella foto quel che resta della cartellonistica ufficiale all'imboccatura del sentiero sterrato
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Dallo
spiazzo, prospiciente un ristorante e un piccolo bar (ormai chiuso e vandalizzato), si supera una sbarra
di metallo rossa e dopo dieci fastidiosi tornanti di strada
asfaltata, vestigia dei nefasti interessi sulla zona, si arriva
finalmente al sentiero vero e proprio. Nella foto la fine della carrozzabile in misto cemento/asfalto
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La
profumata pineta sfuma, man mano che si sale, in un bosco di lecci e
castagni, ma non mancano gli ontani e le onnipresenti robinie
(Robinia Pseudoacacia). La passeggiata, assai piacevole, ci condurrà,
dopo circa 1.800 m. a Largo Prisco (quota 724 m) dedicato alla
memoria del maresciallo della guardia di finanza Angelo Prisco,
ucciso in quei luoghi nel 1995, dai bracconieri (http://www.ilmediano.it/apz/vs_art.aspx?id=3995). Di qui si diramano
tre strade ma quella da seguire è quella più a sinistra e indicata
dal segnavia giallo (n.b. talvolta i colori dei segnavia saranno più
di uno per la concomitanza di più sentieri). Infatti lo stradello centrale conduce a una curva di livello più alta, per poi sdoppiarsi in due sentieri, uno riporta in discesa al n°1, l'altro sale verso i Cognoli ad incrociare il n°2. Il terzo stradello, quello più a destra con riferimento alla salita dal punto di partenza, è il percorso del n°2 che si stacca dal n°1 e prosegue per conto proprio nel ricco castagneto del Somma. In fondo a quest'ultimo sentiero si incontrerà un bivio, segnalato anche dalla cartellonistica, a sinistra si sale verso i Cognoli, a destra invece si segue un disastrato stradello che congiunge il n°2 al n°3 nel territorio di Somma Vesuviana in località Traversa. Nella foto, Largo Prisco
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Sentiero n°1 (verso lo Slargo della Legalità) |
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Imboccatura del sentiero n°2 (verso i Cognoli e il raccordo con il n°3) |
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Lapide che commemora il sacrificio di Angelo Prisco |
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Sulla destra il sentiero usato spesso dai bracconieri. Il sentiero, dopo essersi mantenuto sulla curva di livello porta a un bivio, uno scende e l'altro porta sui Cognoli di Ottaviano |
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Casina ad uso AIB provinciali |
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N° 1 verso lo Slargo della Legalità |
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Discesa e confluenza del suddetto sentiero dei bracconieri nel n°1 |
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Segnavia n°1 e n°2 |
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Leggera salita del n°1 verso lo Slargo della Legalità (già rifugio La Marca) |
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N°1 |
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N°1 in prossimità dello Slargo |
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Si
segue, in leggera salita, una piacevole e rilassante stradina che
incontrerà sulla destra una casetta dalle imposte rosse, di
proprietà del comune di S.Giuseppe Vesuviano, attualmente in uso
dagli operai forestali della Provincia, unici manutentori dei
percorsi. Dopo circa quattro chilometri si giunge al cosiddetto
Slargo della Legalità, altro luogo simbolo, strappato alle grinfie
della malavita che sembra volesse farne un residence
con annesso campo da golf. Ci troviamo in quello che era conosciuto come Slargo La Marca dove c'era l'omonimo rifugio. Lo scenario è dei migliori (residui
turistici e atti vandalici permettendo!), il Vesuvio in primo piano,
e le ginestre ad incorniciarlo. Questa potrebbe essere una prima
tappa per coloro che preferiscono la qualità alla quantità per
riposare, mordicchiando qualcosa e ristorarsi.
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Slargo della Legalità (già rifugio La Marca, struttura abusiva, distrutta anni fa). Sul fondo i resti di un sistema di rilevazione satellitare dell' INGV |
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N°1 proveniente dall'Arco Naturale |
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Il n°1 che si inoltre tra le arbore ginestre dell'Etna |
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Piacevole
fin qui anche l’ascensione notturna poiché di facile accesso e
priva di ostacoli di rilievo, e le notti, tra maggio e giugno, con i
profumi delle ginestre, la valeriana rossa, il pino e l’elicriso
inebriano gli animi, soprattutto se coadiuvati da un buon Lacrima
Cristi locale. Ma proseguiamo alla luce del sole, che, soprattutto
d’estate può fare brutti scherzi, utile quindi l’immancabile
cappellino e una crema protettiva per evitare problemi indesiderati.
S’imbocca quindi, sempre sulla sinistra (ovest), una stradina che
sale verso il vulcano, segnalata sempre dal segnavia giallo. Esistono però altre deviazioni, una che va verso sud-ovest e che incrocerà la Strada Matrone e l'altra, a sud-est che scenderà, lungo il Vallone del Fico, fino a Terzigno, in via Campitelli Vecchia. Ce ne sono poi altre due, entrambe provengono da nord, la più vicina al sentiero d'ingresso allo Slargo proviene dai Cognoli di Levante e coincidente col n°1 e il n°2, l'altro, sempre sula destra ma più lontano è il n°1 e nasce dalla Valle dell'Inferno nello stesso punto dove biforca il precedente sentiero/deviazione.
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Sentiero alternativo che conduce alla Matrone |
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Lo stesso sentiero alternativo che conduce alla Matrone |
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Sentiero del Vallone del Fico che conduce in via Campitelli Vecchia |
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Parte di un sistema di rilevazione satellitare danneggiato dai vandali |
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La Caldera del Somma |
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Simpatico incontro |
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Il Vesuvio dallo Slargo |
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Il n°1 che si inerpica leggermente verso la Strada Matrone |
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Dopo
quindici/venti minuti di tranquilla salita, intervallata da tre rampe
di scale in legno, si imbocca, a quota 848, e dopo 5 km di cammino complessivo, la
famosa strada Matrone, fatta costruire dalla lungimirante famiglia di
imprenditori vitivinicoli agli inizi del “900, splendido punto
panoramico sulla Valle e sui Cognoli di Ottaviano. Si sale a destra
fino al bivio (quota 998 m.s.l.m., punto più alto del percorso) che
conduce al Gran Cono, ma pazienza! Non è lì che dobbiamo andare, sarà per un’altra volta, c’è la Valle dell’inferno che c’aspetta.
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Sul n°1 |
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Sul n°1 |
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Scalinata originale del sentiero e ormai in disuso |
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Sbocco della scalinata (a destra) e nuovo sentiero (a sinistra) |
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Seconda scalinata, pressoché abbandonata anch'essa in favore di un sentiero parallelo |
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Il sentiero alternativo a sinistra e la seconda scalinata a destra |
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Arte dell'assenza |
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Terza scalinata |
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Terza scalinata |
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Sbocco della terza scalinata sulla Matrone |
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Segnavia n°1/n°6 (La Strada Matrone in violetto) |
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Ciclista sulla Matrone |
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Tratto lastricato della Matrone |
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Busvia del Vesuvio sulla strada Matrone |
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Automezzo 4x4 della Busvia |
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Frana sulla Matrone (08/09/2013) |
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Papavero giallo |
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Strada Matrone con conetto avventizio |
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Lava consolidata su una fenditura del Cratere |
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Infatti, svoltando a destra
come da indicazione e seguendo il cammino che conduce al Rifugio Imbò, in leggera discesa, raggiungeremo, sempre sulla
destra, una deviazione (dopo circa 7.5 km di percorso totale). Una
scalinatella ci condurrà nel pieno della Valle, tra pini marittimi,
domestici e le arboree ginestre dell’Etna. Questa è per me la
parte più bella, passeggiare tra le alte ginestre, tra boscaglia e
improvvise radure, fa tornare bambini e rispolverare la voglia di
scoprire che era in noi.
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Lo Slargo della Legalità dalla Matrone |
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Trappola biologica per i maschi di processionaria |
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La Matrone che sale al Gran Cono (foto presa dal bivio col n°1) |
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N°1 verso il Rifugio Imbò |
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Punta Nasone, il punto più alto del Monte Somma |
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Segnaletica del n°1 |
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Deviazione del n°1 verso la Valle dell'Inferno |
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Indicazione ciclistica |
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Scalinata anch'essa malridotta |
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N°1 nella Valle dell'Inferno |
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N°1 nella Valle dell'Inferno |
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Dopo
circa nove chilometri dalla partenza giungiamo in un anfiteatro naturale proprio
sotto i Cognoli (i “comignoli” della caldera del Somma, il
perimetro del più antico e grande vulcano), da notare, sulla vostra
sinistra, il particolare arco naturale formatosi con gli scherzi che
il vulcano ha saputo fare nella sua lunga storia eruttiva, cosi come più
avanti, ha fatto con le lave “a corda” e il crepaccio, sorta di
grotta per gli amanti del brivido (Attenzione! Munitevi di casco e
affrontatene con cautela la perlustrazione, la sua lunghezza, di
circa 80 m, e sovrastata da una volta assai instabile).
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L'Arco Naturale |
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Discesa alternativa dal n°2 (dai Cognoli) |
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Ricongiungimento del n°2 col n°1 |
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Lave a corda |
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San Giuseppe e Ottaviano sullo sfondo |
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Ottaviano-San Giuseppe-Terzigno |
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Crepaccio lavico |
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Lave a corda |
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Lave a corda |
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Lave a corda |
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Lave a corda |
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Lave a corda |
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Lave a corda |
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Lave a corda |
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Entrata del crepaccio lavico |
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Entrata del crepaccio dall'interno |
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Interno del crepaccio |
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Creatura vesuviana |
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Bivio: a sinistra n°1/n°2 a destra n°1 (entrambi conducono allo Slargo della Legalità) |
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Scalinata sul percorso n°1/n°2, (quello di sinistra) |
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Il
sentiero continua e ci condurrà tranquillamente, attraverso un agile
percorso, di nuovo allo Slargo della Legalità dove ripercorreremo a
ritroso la strada fatta all’andata fino a quota 500 e con una durata effettiva di marcia di circa quattro ore.
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