mercoledì 2 settembre 2009
Futuro remoto
In genere, dalle nostre parti come ovunque, si pensa sempre due volte prima di gridare al lupo, al lupo. Nessuno si assume la responsabilità di procurare allarme preventivamente, anzi, talvolta, si preferisce sottacerlo, sperando che la cosa non accada, o che succeda il più tardi possibile, magari quel tanto da far sfumare colpa o corresponsabilità.
Per questo ci si meraviglia, e ci si chiede come mai, si sia creato tanto scalpore intorno la paventata diffusione dell’influenza da H1N1, la cosiddetta influenza suina.
Inutile dire che a fronte delle 2.185 vittime mondiali, sui 209.438 contagi accertati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (cifre di agosto), basterebbe contrapporre le migliaia di morti annui in Italia per la “comune” influenza invernale (da una recente analisi sulla mortalità attribuibile all’influenza in Italia, condotta dal 1970 al 2001, è infatti emerso che ogni anno si verificano in media 8.000 decessi per tutte le cause che da essa scaturiscono, di cui circa 1000 per polmonite. L’84% di questi, pari rispettivamente a 6700 e quindi una media di 900 decessi per anno, riguarda gli ultrasessantaquattrenni - dati Cnesps, Iss) che sembra non facciano più di tanto scalpore. Si sa poi, che quando a farci paura è un qualcosa di ignoto o addirittura invisibile come un virus è sicuro che la psicosi troverà il suo terreno più fertile per diffondersi più della malattia stessa.
A tutto ciò va sottolineato l’effetto mediatico che sta riscuotendo la diffusione del contagio, che pandemico non è, o per lo meno, non lo è ancora rispetto alla normale diffusione della stagionale influenza che ogni anno ci colpisce.
Se ben si ricorda, andando a ritroso nel tempo, c’era stata prima l’influenza atipica, poi si passò alla SARS, poi ancora all’aviaria che assieme alla sindrome della mucca pazza, che anche se influenza non era, portò lo stesso tanti danni all’industria zootecnica italiana, ed ebbero come unico vero effetto la contrazione del mercato specifico. Oggi, rimanendo in tema animale, abbiamo quella suina, e anche stavolta di esotica provenienza, ingrediente ideale per un miscuglio perfetto di paure ancestrali, che ben diffuse dai mezzi di comunicazione attanagliano e confondono le menti italiche di questo finale di stagione.
L’anticipo con cui ci viene presentata l’influenza ha un che di nuovo, ma allo stesso tempo lascia presagire qualcosa di più subdolo, la possibilità che qualcuno, stavolta, come nelle passate e ininfluenti (almeno per chi non soffriva già di determinate patologie) epidemiche edizioni, possa approfittare del procurato allarme e lucrare economicamente con i vaccini.
È anche vero che in un doppio gioco, tra l’allarmistico e il rassicurante, i mezzi di comunicazione di massa ricoprono un ruolo fondamentale in questo contesto, diffondono la paura, ma poi lavandosene le mani sostengono quasi il contrario di quanto in precedenza affermato, come se la cosa non fosse partita proprio da loro.
Oggi poi sembrava che ci fosse stata la prima vittima italiana, manco a farlo apposta a Napoli. Quasi auspicata dagli addetti all’informazione, in questi ultimi scampoli d’estate, ma per fortuna del cinquantenne napoletano stavolta i menagramo della notizia dovranno ancora attendere.
Sembra, che nonostante l’opportuna attitudine al raziocinio, si cerchi, per ragioni non difficilmente immaginabili, di creare il caso ad ogni costo, si cerca di procurare scalpore per vendere meglio la notizia. Tutto questo, quando non ci sia addirittura un esplicito appoggio alla propaganda del politico di turno.
Infatti si sa, l’autunno è caldo, come ad ogni ripresa di stagione, con le sue tensioni sociali che si ripropongono ad ogni riavvio settembrino, e quindi, è opportuno creare diversivi, che sulla base del poco di vero che comportano, vi ci si ricama tutto il possibile per distogliere l’attenzione da problemi ben più reali e ben più visibili.
La lotta del bene contro il male, il saraceno che incombe alle porte dell’occidente, le nuove pestilenze è questo che c’aspetta per il prossimo futuro?
http://www.who.int/csr/don/2009_08_28/en/index.html
http://gamapserver.who.int/h1n1/geographic-spread/h1n1_geographic-spread.html
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