mercoledì 6 maggio 2009
Horror vesuviano
L'ennesimo documentario solleva l'ennesimo polverone sul Vesuvio.
Stavolta si punta il dito sull'abusivismo edilizio e la follia dei vesuviani.
Si noti che oltre all’abusivismo c’è la subdola cultura del condono e dell’aumento delle cubature. Queste infatti non sono altro che la palese esplicitazione dell’ipocrisia e del clientelismo nostrano.
Non ho la parabola né il decoder ma vivo all’ombra del Vesuvio e mi guardo attorno senza i paraocchi dell’opportunismo.
I giornali locali avevano già accennato, a proposito dell’aumento delle cubature, alla disponibilità da parte di alcuni sindaci vesuviani tra i quali anche quello di San Sebastiano, di seguire tale linea di pensiero permettendo il completamento dei solai delle abitazioni preesistenti.
La qual cosa sembrerebbe a primo acchito aver un senso logico, infatti le ceneri eruttive sfondano i tetti, creando danni talvolta sottovalutati, e secondo il sindaco vesuviano quest’iniziativa frenerebbe ulteriori elevazioni e quindi l’abusivismo stesso.
Ma andando più a fondo ci si renderà conto che, oltre al non poter frenare una piaga quale quella dell’abusivismo, che solo i reali controlli e le reali sanzioni potranno realmente arginare, il provvedimento è in antitesi con quelli di spopolamento della zona rossa.
Infatti come ha giustamente accennato anche il presidente dell’Ente Parco Ugo Leone (così non dirà più che ce l’ho con lui!), il permettere un aumento, anche se ipoteticamente definitivo, delle cubature aumenterebbe l’afflusso di popolazione nella zona rossa di rischio vulcanico, in opposizione alle iniziative regionali di incentivazione economica al trasferimento.
Che dire poi dell’Ospedale del Mare. Già, il suo nome sembra una sberleffo alla logica, così come la sua posizione lo è al buon senso.
Magari l’avessero chiamato Ospedale del Vulcano sarebbero stati meno ipocriti.
Infatti, quello che sarà il più grande centro ospedaliero del Mezzogiorno rasenta (o come molti sostengono, rientra) nella zona rossa, con tutto quel che ne scaturisce. Anche in questo caso la sua stessa presenza e l’indotto che ne consegue, farà affluire in un una delle aree più a rischio del pianeta una massa notevole di persone, e con un piano d’evacuazione incoerente con le infrastrutture esistenti. Vi siete mai trovati sulla SS-268 in una normale giornata lavorativa? Beh, vi sarete resi certamente conto del contesto e delle sue incongruenze.
Cos’è che spinge a tanta cecità!
E’ mai possibile che in nome del profitto, del ritorno politico e dei meschini interessi privati si dimentichi la polveriera sulla quale si è seduti?
Per ulteriori informazioni:
National Geographic Italia di febbraio, pagg. 18-19
Il Mattino del 03/04/2009 – pag. 42
La Repubblica del 05/05/2009 http://napoli.repubblica.it/dettaglio/i-vesuviani-continuano-a-sfidare-il-vulcano/1628584
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